Potabilizzazione

La potabilizzazione dell’acqua può essere di tipo chimico o batteriologico, l’aspetto chimico che non rientra nella normativa delle acque potabili viene trattato a secondo della tipologia dell’inquinante tramite filtri a quarzo, zeoliti, resine a scambio ionico e tramite osmosi inversa, mentre l’aspetto batteriologico può essere trattato tramite il dosaggio di ossidanti come cloro, ozono, biossido di cloro, anolite ecc.
Tutto dipende dalla carica batterica e dalla tipologia di batteri che si deve abbattere.

In caso d’inquinamento da legionella sarà necessario eseguire un sopralluogo per valutare le condizioni più idonee alla sanitizzazione delle linee e al prodotto più idoneo per il mantenimento.

In tutti i casi è sempre necessaria l’analisi sia chimica che batteriologica effettuata da un laboratorio specializzato

TIPO D’INQUINAMENTO
CHIMICO
TIPO DI TRATTAMENTO (il più economico ed efficace sulla base dell’inquinamento chimico)
Arsenico (III  – V)
(limite <10 ppb)
Tramite colonna a resine idonee all’assorbimento di tale metallo, la colonna viene dimensionata secondo la portata istantanea richiesta (es. per una portata oraria di 1 lt/min. sono necessari 4 lt di resina ed hanno una capacità di trattenimento di circa 50000 lt di acqua a valori inf. a 10 ppb con un ingresso a 50 ppb, la resina a fine ciclo deve essere smaltita).
Nitrati
(limite 50 ppm)
I nitrati vengono rimossi tramite una resina selettiva, il ciclo e la quantità di resina dipende dalla portata richiesta e dalla quantità di nitrati e solfati nell’acqua di alimento. La resina è rigenerabile con cloruro di sodio.
Ammoniaca
(limite <0,5 ppm)
L’ammoniaca dall’acqua potabile è possibile rimuoverla tramite alcune resine che rigenerano con cloruro di sodio, la quantità di zeolite viene calcolata secondo la portata richiesta e secondo la quantità di ammonica nell’acqua da trattare.
Ferro e Manganese
(limite Fe <0,2 ppm
Mn <50 ppb)
Il ferro e il manganese posso essere rimossi in vari modi, il più semplice (se le quantità non superano i 4 ppm) è quello dell’ossidazione tramite ipoclorito di sodio e il trattenimento tramite pirolusite, il dimensionamento deve essere effettuato sapendo la portata oraria richiesta, la disponibilità di un serbatoio di contatto a monte dell’impianto e dalla quantità di ferro e manganese nell’acqua da trattare.
Torbidità, solidi sospesi (limite SS <80 ppm) La torbidità è semplicemente riducibile con filtri a sabbia o a cartuccia, è sempre necessario avere a disposizione un analisi di NTU o di solidi sospesi per dimensionare un filtro oltre a conoscere la portata oraria richiesta.
Cloruri
(limite <250 ppm)
I cloruri sono riducibili con il sistema ad osmosi inversa, per il dimensionamento di un osmosi è sempre necessaria un analisi completa dell’acqua da trattare ed il consumo giornaliero dell’acqua utilizzata dalle utenze.
Solfati
(limite <250 ppm)
I solfati sono riducibili con il sistema ad osmosi inversa, per il dimensionamento di un osmosi è sempre necessaria un analisi completa dell’acqua da trattare ed il consumo giornaliero dell’acqua utilizzata dalle utenze. Se i solfati risultano lievemente superiori al limite e i cloruri sono bassi, è possibile rimuoverli tramite resine selettive, anche in questo caso è necessaria un analisi completa e il consumo istantaneo orario.
SDI colloidi I colloidi sono un problema per i trattamenti ad osmosi inversa, se il valore di SDI (tale valore deve essere inferiore a 2,5 per essere un acqua idonea all’alimentazione di un osmosi) è inferiore a 15, il modo più semplice per abbatterlo è quello di utilizzare un sistema particolare con filtro a quarzo, sistema SDC, altrimenti bisogna andare su un trattamento di ultrafiltrazione.