DECRETO MINISTERIALE 174/2004 – L’avventura di certificare un impianto di Ultrafiltrazione
Per realizzare un impianto di Ultrafiltrazione con lo scopo di filtrare un’acqua di pozzo e renderla priva di solidi sospesi, batteri e quindi potabile per la produzione di generi alimentari, la normativa italiana richiede che tutta la componentistica a contatto con l’acqua potabile debba essere certificata D.M. 174/2004.
La difficoltà sorge al momento dell’acquisto della componentistica necessaria, in quanto in Italia ancora, pochi fornitori vendono prodotti certificati o, addirittura, non son nemmeno a conoscenza di questa normativa.
Altri ancora forniscono certificati di altri paesi come NSF americano, ACS francese o WRAS inglese, affermando che la conformità italiana non è mai stata chiesta o richiesta sporadicamente e quindi hanno evitato di spendere per eseguire i test di cessione dei loro prodotti.
Diverso è quando i fornitori che, sapendo di non essere in regola con la legge italiana per la mancanza di tale conformità, decidono di far eseguire i test da un laboratorio accreditato per soddisfare le nostre richieste ed avere un maggior vantaggio competitivo per la vendita in Italia. Per quanto ne sappiamo, attualmente i fornitori di membrane di ultrafiltrazione con tale conformità sono solo in due.
Nel dettaglio ecco la componentistica non certificata in Italia:
- raccordi a saldare in acciaio inox il D.M. 174 richiede che per i componenti esclusivamente in AISI ci sia un certificato che attesta la prova di cessione del Cromo e del Nichel.
- teflon a nastro per le filettature, usato in Italia su tantissimi raccordi dove passa l’acqua potabile, molti fornitori forniscono il certificato FDA e WRAS (non italiani).
Si possono invece facilmente trovare i seguenti componenti certificati: pompe, filtro autopulente, tubi pvc, raccordi pvc, flussimetri, tubi flessibili, guarnizioni per flange, serbatoio in polietilene, membrane di ultrafiltrazione, valvole a farfalla e contatori elettromagnetici.
In conclusione possiamo dire che i costruttori di impianti per il trattamento e l’adduzione di acqua potabile, eseguono autocertificazioni senza essere veramente sicuri che i materiali che installano siano conformi.
Se le normative in Italia venissero veramente applicate o se ci fossero più controlli da parte delle autorità competenti non esisterebbero sul mercato prodotti scadenti che possono mettere a rischio il nostro organismo e la qualità degli impianti.
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